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End Fossil Ravenna

  • Categoria dell'articolo:convergenze Pride / NO HOME
  • Tempo di lettura:4 minuti di lettura

End Fossil è una campagna studentesca che nasce per smascherare e contrastare gli accordi tra università e industrie fossili, belliche e ecocide. Queste alleanze, non sempre trasparenti, influenzano la ricerca, le prospettive e le mentalità dentro gli spazi universitari, perpetuando una cultura neoliberista che sfrutta la natura e le persone. Con mobilitazioni, presidi e azioni dirette, lavoriamo per svelare questi legami e chiedere maggiore chiarezza e responsabilità. La nostra lotta è un invito a rivedere la nostra connessione con le istituzioni e a porre fine agli accordi che alimentano il sistema fossile e di guerra.

La realtà di Ravenna è un esempio emblematico di come l’industria fossile sia ancora profondamente radicata nelle nostre città, con effetti devastanti. Ravenna è una città che ha subito danni gravissimi a causa delle alluvioni e ha una delle arie più inquinate d’Italia. Eppure, la città continua ad essere sempre più legata alle industrie fossili, come testimoniano la presenza del rigassificatore e gli altri progetti sostenuti dai colossi Eni e Snam. Queste aziende godono di un’incredibile legittimazione. Insieme all’Università di Bologna, Eni ha finanziato vari progetti di ricerca, incluso su tecnologie di cattura del carbonio. Alimentano così una narrazione di “sviluppo sostenibile” che nasconde il loro impatto distruttivo attraverso il greenwashing, mentre le comunità locali subiscono direttamente le conseguenze delle loro attività. Per noi, giustizia climatica significa interrompere questi legami e far sì che le università diventino spazi di sapere libero da interessi che danneggiano il pianeta e le persone.

Il nostro impegno è innanzitutto un appello a chi frequenta l’università a riflettere sul suo ruolo. Come studenti e studentesse, siamo parte di un sistema che non solo produce e conserva il sapere, ma che è sempre più plasmato da investimenti privati di grandi aziende, dalle multinazionali fossili alla grande industria bellica. Se non riconosciamo queste dinamiche, diventiamo complici di un sistema che non solo contribuisce alle emissioni, ma che genera disuguaglianze sociali e geopolitiche. La giustizia climatica non può prescindere da quella sociale.

Il 12 aprile in Emilia-Romagna si terranno due importanti eventi sulla giustizia climatica. A Bologna il climate pride costruirà una rete di alleanze tra le diverse lotte per la giustizia sociale e climatica. A Ravenna, invece, protesteremo in Piazza del Popolo contro l’industria dei combustibili fossili e i suoi rappresentanti che si riuniranno dall’8 al 10 aprile al Pala di andre, qua a Ravenna. Unire le nostre voci è essenziale: la nostra lotta non è contro le persone, ma contro un sistema che ci divide e sfrutta. La lotta per il clima è una lotta che deve essere inclusiva e intersezionale, capace di dialogare con le altre generazioni e di unire chi condivide le stesse preoccupazioni per il futuro. Non possiamo più ignorare la manipolazione della narrativa da parte di chi ha il potere di influenzare la percezione pubblica del cambiamento climatico. La manipolazione è il cuore del greenwashing, che non ci fa solo ignorare la crisi ecologica, ma ci fa sentire impotenti di fronte a essa.

La nostra battaglia è anche una questione di comunicazione. È fondamentale che impariamo a riconoscere le dinamiche di potere e informare chi non ha ancora avuto accesso a queste informazioni. La conoscenza è un privilegio e, come attiviste, è nostro compito condividerla e costruire una comunità capace di lottare. La nostra battaglia va oltre i confini della semplice protesta contro le politiche fossili; è un invito ad affrontare le sfide globali in modo collettivo, costruendo alleanze e creando una comunità che si impegni per la giustizia sociale, i diritti umani e la salvaguardia del nostro pianeta. Non possiamo restare passive, dobbiamo agire e mettere al centro le persone, non le istituzioni. Solo così potremo costruire una vera giustizia climatica e sociale, in cui nessuno venga lasciato indietro.