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Collettivo di Fabbrica GKN

  • Categoria dell'articolo:convergenze Pride / NO HOME
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EX GKN: TRASFORMARE UNA IDEA IN UN FATTO COMPIUTO
– Tra stati generali per la giustizia climatica e sociale, reindustrializzazione dal basso e climate pride –


La lotta contro la delocalizzazione della ex gkn ci ha posto di fronte ad un fatto compiuto: la convergenza con altri pezzi di movimento è una necessità oggettiva. A chiudere la fabbrica non è stata soltanto la volontà del fondo finanziario ma decenni di scelte politiche che hanno preparato le condizioni perché ciò avvenisse.

In un paese con quasi il 10% della popolazione in condizioni di povertà assoluta, 3 milioni di precari, oltre 30 tavoli di crisi industriale aperti, dove si continua a tagliare servizi e stato sociale per finanziare l’industria bellica e l’estrazione di fonti fossili, non è possibile resistere sul particolarismo della propria lotta.

La saldatura tra movimento ambientalista e sindacalismo conflittuale ha permesso per una volta di trasformare il ricatto occupazionale tra ammortizzatori o chiusura aziendale, lavoro o ambiente, guerra o disoccupazione, in un’occasione di riscatto collettivo. Il supporto attivo del movimento ambientalista e delle realtà solidali è ciò che ha permesso ad una vertenza operaia di resistere quasi 4 anni. La sfida della reindustrializzazione ci ha costretti ad interrogarci su quale finalità sociale volevamo conferire alla produzione. La riconversione ecologica della fabbrica non nasce da un vezzo ideologico ma dal bisogno concreto di ribaltare un vecchio mondo fatto di rapporti di forza sfavorevoli attraverso la capacità mobilitativa e le competenze militanti di immaginare un mondo nuovo.

Gli stati generali della giustizia climatica e sociale sono il naturale sviluppo di un processo di convergenza che a partire dalle piazze è continuato nel tentativo di confrontarsi con il problema reale di mettere in campo una radicale transizione ecologica dal basso. Il 2024 è stato l’anno dei record negativi: anno più caldo della storia (abbiamo superato la soglia di 1,5°C di riscaldamento globale), record di emissioni di co2  (+3,58 ppm rispetto all’anno prima, 26% in più di quanto previsto). La transizione green non è mai stata un’opzione dentro questo sistema, siamo completamente fuori traiettoria. La stessa guerra accelera il processo e fagocita risorse utili per la transizione (quante GKN potremmo reindustrializzare con 800 miliardi del Rearm Europe). Il Mediterraneo brucia, e le aree attorno sono tra le più esposte alla crisi climatica. Gli eventi estremi aumentano il loro grado di devastazione quando la cementificazione avanza, mentre cura del territorio e sanità vengono marginalizzate. Con gli evidenti arretramenti e l’impasse che il movimento per la giustizia climatica ha avuto negli ultimi anni, crediamo sia fondamentale innanzitutto porsi date di convergenza di piazza, come quella del 12 aprile, e parallelamente aprire una discussione collettiva sulle linee di azione da intraprendere.

Il prossimo 26 marzo saranno effettivi i licenziamenti alla ex Gkn e si porrà il problema della legittimità a disporre dello stabilimento. Da una parte ci sarà l’arroganza padronale e gli interessi speculativi sull’area. Dall’altra, la ragione di un territorio e di una comunità solidale che rivendicano una fabbrica socialmente integrata.

Il festival della letteratura working class del 4-5-6 Aprile si inserisce nel percorso degli stati generali della giustizia ecologica e sociale come appuntamento di mobilitazione imprescindibile per dare slancio alla ripartenza della ex gkn. Le prossime tappe di Reset a Roma (28-30 marzo) e della climate parade di Bologna del 12 Aprile colgono a fondo l’importanza di ricercare il massimo grado di convergenza possibile per imporre l’urgenza della transizione ecologica, da contrapporre dal basso alla transizione bellica in corso.

Un rapporto virtuoso che si alimenta a vicenda, dove la messa a verifica del percorso passa dalla nostra capacità di riconoscere che si è aperta una crepa nel muro di gomma ed è impellente rimettersi a testuggine per provare a sfondarla. Vincere in gkn può creare un precedente positivo a vantaggio di tutti. Sfatare la loro narrazione tossica che contrappone giustizia ecologica e giustizia sociale era il primo passo necessario: adesso abbiamo bisogno di tutta la potenza mobilitativa per trasformare un’idea in un fatto compiuto.