Nelle ultime settimane, il dibattito bolognese si è concentrato sul Passante di Mezzo. Tuttavia, quella autostradale non è l’unica infrastruttura legata alla ‘mobilità insostenibile’ per la quale sono in programma investimenti e cantieri. Anche all’aeroporto Guglielmo Marconi, infatti, sono previsti ‘allargamenti’ finalizzati ad aumentare la capacità dello scalo ad accogliere voli e passeggeri.
Lo scorso dicembre, la ‘European Investment Bank’ (EIB) ha approvato un prestito di 90 milioni di euro per co-finanziare i piani di investimento dell’Aeroporto di Bologna. Nel pieno della crisi climatica, decine di milioni di euro saranno investiti per rafforzare un’infrastruttura che provoca inquinamento ed emissioni climalteranti e che impatta quotidiamente sulla vita di decine di migliaia di bolognesi.
Tra gli interventi programmati, tra l’altro, c’è anche la costruzione di un nuovo parcheggio per ulteriori 2.200 auto nei pressi dell’aerostazione. Viene facile domandarsi come questa scelta fatta dalla società aeroportuale possa essere coerente con gli obiettivi programmatici espressi dall’amministrazione comunale di Bologna per promuovere una mobilità sostenibile nell’intera area metropolitana.
La costruzione di un nuovo parcheggio a servizio dell’aeroporto, invece, è perfettamente coerente con la scelta di allargare il Passante di Mezzo e gli altri tratti autostradali che attraversano il territorio metropolitano. Nel futuro di Bologna, al momento, ci sono più auto, più traffico, più inquinamento.
Tra l’altro, nelle proprie linee guida di mandato l’amministrazione comunale afferma di voler “garantire la massima compatibilità tra lo sviluppo dell’Aeroporto e la qualità della vita dei cittadini che abitano nelle zone maggiormente interessate dai sorvoli” attraverso un “piano di interventi di mitigazione/insonorizzazione”; non è chiaro, però, come l’ampliamento della struttura aeroportuale, e la programmata crescita del numero di aerei in decollo e atterraggio, insieme al possibile arrivo a Bologna di multinazionali della logistica, possa contribuire a ‘mitigare’ l’impatto di questa infrastruttura sulla vita di migliaia di bolognesi che ogni giorno sono sorvolati a bassa quota.
Ancora una volta, sfugge il nesso tra impegno per affrontare la crisi climatica e l’ampliamento di un’infrastruttura legata al sistema di trasporto più inquinante e responsabile, da solo, del 2% delle emissioni climalteranti globali.