Il Cassero LGBTQIA+ Center è un circolo politico e culturale che si batte, da oltre 40 anni, per il riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIA+, una comunità che cresce dal 1982.
La nostra sede, la Salara, è diventata lo spazio in cui si intersecano attivismo, cultura, clubbing e servizi per la comunità, progettando e realizzando rassegne artistiche e attività di aggregazione sociale e di intrattenimento.
Il governo di destra attuale mina le nostre vite. Sul piano politico, attraverso l’approvazione di provvedimenti sempre più preoccupanti e sul piano sociale, legittimando una violenza omolesbobitransafobica, che non ci fa più vivere sicure nelle nostre città. Dopo le varie passeggiate dei patrioti a Bologna e un cartello lasciato sulla porta della nostra sede che citava “spazi liberi, via tutti i froc*”, era arrivato il momento di riappropriarci degli spazi cittadini. Lo abbiamo fatto dando vita al percorso “Spazi Liberi” e attraverso la convocazione di assemblee e di una manifestazione antifascista che ha coinvolto tutte la rete di attivismo bolognese. La resistenza al regime eterocispatriarcale è basata su valori comuni e condivisi dal movimento e Il bisogno di convergere tutte le lotte intersecandosi con tutte le parti del movimento è diventato necessario ora più che mai.
La violenza di chi è al potere e che si ripercuote sulle nostre vite è la stessa violenza che ha generato la devastazione climatica a cui noi dobbiamo far fronte ogni giorno. Una devastazione che abbiamo vissuto sulla nostra pelle. Le alluvioni che hanno interessato il territorio emiliano e romagnolo e il clima, che a Bologna anno dopo anno diventa sempre più sfidante per le nostre vite, ostacolano la continuazione della nostra lotta e mettono in pericolo la vita delle persone senza fissa dimora con temperature estreme. Riconosciamo quindi che la matrice eterocispatriarcale che agisce la discriminazione di genere e l’omolesbotransafobia è la stessa che ha generato la crisi climatica con comportamenti e politiche che si deresponsabilizzano nei confronti dell’ambiente intorno a noi e ne prendono le distanze, seppur agendo come protagonisti consapevoli dei danni irreversibili al pianeta e rifiutando persino la stessa esistenza dell’emergenza climatica.
Siamo inoltre ben consapevoli che la crisi climatica colpisce per prime le soggettività marginalizzate, spesso più svantaggiate economicamente, come frocie che faticano a trovare situazioni abitative accoglienti per la loro identità di genere o persone trans* discriminate in ambito lavorativo per il loro passing.
L’autodeterminazione LGBTQIA+ non è possibile in città stravolte dalla devastazione climatica. Sentiamo quindi il bisogno di convergere e trovare le intersezioni che ci aiuteranno a cambiare le nostre pratiche personali e di gruppo. La lotta che ci appartiene vorremmo fosse basata sui principi della ecosostenibilità, in particolare la questione delle risorse utilizzate che sono spesso autofinanziate e limitate rendono maggiore la complessità della situazione e ci fa sentire il bisogno di una maggiore elaborazione in questa direzione.
Siamo fiere sostenitrici della necessità di una transizione ecologica del nostro movimento e crediamo fortemente che la partecipazione al Climate Pride possa darci il livello di consapevolezza utile a questo cambiamento e farci riconoscere che, nonostante la complessità dell’incontro tra narrazioni diverse, le strade e gli spazi che percorriamo con le molteplicità delle nostre istanze sono gli stessi esono di tutte.