Centinaia di biciclette chiassose hanno attraversato le strade di Bologna per protestare contro il progetto di allargamento del ‘Passante di Mezzo’: associazioni ambientaliste, comitati, giovani e anziani, famiglie con i bambini, hanno pedalato per più di otto chilometri per ribadire che allargare un’autostrada nuoce gravemente alla salute ed è contro la transizione ecologica.
Sui social, foto e video raccontano quanto bella e partecipata è stata questa giornata di mobilitazione bolognese. Che segna un altro passaggio importante nel percorso di opposizione all’infrastruttura: le mezze misure, chiamate ‘mitigazioni e compensazioni’, non sono un’opzione e, di fronte all’emergenza climatica, è necessario cambiare radicalmente rotta.
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Pochi giorni fa, in un’intervista, il prof. Vincenzo Balzani ha ricordato il rapporto dell’IPCC sul riscaldamento globale che evidenzia la marcia del Pianeta verso la catastrofe, e le parole del segretario delle Nazioni Unite che aveva osservato che ‘siamo di fronte a un allarme rosso per l’umanità’. “A queste parole – ha detto Balzani – ci crediamo o non ci crediamo?”. Centinaia di persone hanno dimostrato non solo di crederci, ma di voler contribuire a costruire quella rivoluzione ecologica indispensabile per lasciare alle prossime generazioni un territorio nel quale vivere dignitosamente. A non credere alla scienza, invece, sono rimaste/i coloro che siedono nelle istituzioni, incapaci di immaginare un mondo nel quale l’inerzia legata agli interessi economici possa essere scardinata dall’affermazione della giustizia climatica.
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Se qualcuna/o non l’avesse ancora capito, il punto non sono quanti alberi saranno piantati, quanti pannelli fotovoltaici installati, e quali altre mirabolanti tecnologie saranno estratte dal cilindro di chi vuol giustificare l’approvazione dell’opera: il punto è fermare un allargamento che cementifica altro territorio e fa crescere il traffico e l’inquinamento, per costruire un cambio di paradigma radicale che, per dirla ancora con Balzani, ci porti dalle energie fossili alle rinnovabili, dal trasporto su gomma a quello collettivo.
Nei prossimi giorni, sentiremo ripetere ancora la litania del ‘passante di nuova generazione’, come se uno slogan smentito dai dati degli stessi progettisti potesse ingannare le/i bolognesi. Ma quel che conta non è cosa farà la Conferenza dei Servizi, né cosa diranno Ministri, Presidenti di Regione o Sindaci: quel che conta è essersi (ri)trovate/i in tante e tanti nelle strade di Bologna: perché, se rivoluzione climatica sarà, non potrà che nascere da una comunità plurale e determinata, capace di scardinare gli interessi che da troppo tempo orientano le decisioni istituzionali. Sui pedali, abbiamo visto una comunità allegra, chiassosa, creativa e dalle idee molto chiare: il passante non si deve allargare.