Capire come la crisi climatica e la cementificazione hanno contribuito alla catastrofe che ha colpito più volte i nostri territori è fondamentale per immaginare il futuro dei nostri quartieri. Che dovrà tener conto delle nuove condizioni climatiche, della necessità di dare spazio alle acque, dell’imperativo di desigillare il suolo e della cura del territorio. Ne abbiamo parlato durante la conferenza scientifica organizzata nell’ambito della festa ‘Solidarietà in strada’.
Nell’arco di sedici mesi, l’Emilia Romagna è stata colpita da quattro alluvioni. Piogge intense si sono riversate in pochi giorni sui nostri territori, dopo lunghi mesi di siccità. Gli effetti del riscaldamento globale cambiano anche il clima dei nostri territori che, d’altra parte, in questi anni hanno continuato ad essere cementificati, con la nostra regione che occupa i primi posti nelle classifiche per il consumo di suolo. A Bologna, nella notte tra il 19 e il 20 ottobre, il torrente Ravone ha rotto in più punti la tombatura nel quale è stato confinato alcuni decenni fa, e acqua e fango hanno invaso case, garage e cantine.
Ne abbiamo parlato con:
Susanna Corti (SLIDE)
CNR-ISAC, coordinatrice dell’unità di ricerca “Global Change” presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima
La crisi climatica e le sue conseguenze
Paolo Ghinassi
CNR-ISAC, ricercatore postdoc in meteorologia e climatologia
Il Mediterraneo e i territori che viviamo, hotspot della crisi climatica (SLIDE)
Paola Bonora
già docente di Geografia e presidente del corso di laurea in Scienze Geografiche dell’Università di Bologna
Territorio e cementificazione: come (ri)pensare il territorio (SLIDE)
Rosanna Foraci
ARPAE – Struttura Idro-Meteo-Clima, Sala Operativa Previsioni a supporto della Protezione Civile. Ingegnere idraulico
Il Ravone e Bologna: l’evento del 19 ottobre ed il sistema di allertamento (SLIDE)