In queste settimane i livelli di inquinamento sono altissimi. Una situazione che coinvolge l’intera Pianura Padana e che ha fatto di Milano una delle città con la peggiore qualità dell’aria al mondo. La questione, ovviamente, riguarda anche Bologna, dove le cosiddette ‘misure emergenziali’ – che, in realtà, sono ormai la normalità invernale – vengono di continuo prorogate dall’amministrazione comunale.
Come ha evidenziato Zero in Condotta, a Bologna negli ultimi 39 giorni sono stati ben 31 quelli da bollino rosso: addirittura il 79,5%. Insomma, viviamo immersi in un aerosol di polveri sottili e gas che hanno impatti disastrosi per la nostra salute. Tanto che le pubbliche amministrazioni invitano a non cambiare l’aria di casa, mentre il Laboratorio ‘Che aria c’è’ – voluto da Comune di Bologna, ARPAE, Università di Bologna e Città Metropolitana, e coordinato da Fondazione Innovazione Urbana – ci ricorda che “tanto ci sono i portici!”, e a Bologna si può uscire di casa anche – ed è più salutare – quando piove e c’è vento, e sulla stampa locale si suggerisce di non andare a correre.
Peccato che nell’era della crisi climatica le piogge siano sempre meno frequenti, e anche di brezzoline non ne sentiamo spirare proprio tante. Al netto del fatto che vorremmo goderci il sole e il cielo azzurro tra le strade della nostra città.
Se la Pianura Padana è una camera a gas, forse la soluzione non sta nel chiuderci in casa tutte le giornate di bel tempo, per respirare aria pulita nei pochi giorni in cui diluvia. Tra l’altro, quella che viviamo non è propriamente una novità: quella dell’aria irrespirabile è una condizione che si ripete a ogni inverno, documentata da statistiche e progetti di ricerca, e sono ben note le cause legate alla particolare conformazione del territorio e alle attività umane. Si sa, per esempio, che uno dei settori che contribuisce maggiormente a rendere irrespirabile l’aria è quello dei trasporti su gomma, ma nonostante questa consapevolezza sindaci, presidenti di regione e ministri continuano a invocare miliardi per l’allargamento di strade e autostrade.
Tanto a Bologna ci sono i portici, ma una valutazione di impatto sanitario sul Passante – chiesta più di due anni fa da decine di associazioni – nel frattempo potreste pure farla. O forse, vista la qualità dell’aria che già oggi respiriamo, temete che i risultati possano rendere questi progetti incompatibili con la salute delle/dei bolognesi?