Con la crisi energetica degli ultimi anni, SNAM ed ENI si sono riposizionate rilanciando il gas e altre false soluzioni come essenziali per la sicurezza energetica. Ne abbiamo discusso con Recommon durante uno dei talk ospitati all’interno della Climate Justice University.
La principale conseguenza è stata che la crisi climatica è diventata secondaria e che false soluzioni come l’idrogeno e la tecnologia di cattura, trasporto e stoccaggio della CO2 (CCS) hanno guadagnato terreno in ambito istituzionale (con l’inserimento di progetti di produzione e trasporto di idrogeno e impianti CCS nella lista “PCI – Projects of Commonn Interest” della Commissione europea) e in ambito intergovernativo (COP28). Alcuni di questi progetti verranno realizzati in Italia e sono candidati a ricevere ingenti finanziamenti pubblici, a discapito di partecipate e urgenti soluzioni incentrate sulle rinnovabili, democratiche, costruite dal basso e che rispondano ai bisogni reali dei territori. Con questo talk abbiamo esplorato le recenti evoluzioni della narrazione istituzionale sulla sicurezza energetica e il ruolo che SNAM ed ENI svolgono al riguardo, con un focus sulle principali infrastrutture presentate come risposte alla sicurezza energetica e sui progetti proposti per l’importazione di idrogeno e per la tecnologia CCS, in particolare il CCS di Ravenna.