La giustizia climatica non è solo una questione ambientale, ma una lotta politica contro un sistema che distrugge il pianeta e approfondisce le disuguaglianze sociali. La crisi ecologica è il risultato diretto di un modello economico estrattivista e neoliberale che sfrutta territori, comunità e corpi per il profitto di pochi. Non possiamo accettare che le conseguenze di questa crisi ricadano sulle fasce più vulnerabili della popolazione, mentre le stesse istituzioni che l’hanno causata fingono soluzioni greenwashing.
La ricerca ha un ruolo chiave in questa battaglia: non possiamo permettere che sia subordinata agli interessi delle multinazionali e dei governi che perpetuano la crisi. L’università deve essere un luogo di produzione di conoscenza libera e indipendente, non un laboratorio al servizio di chi alimenta il disastro ambientale. Per questo rivendichiamo finanziamenti pubblici per una ricerca che metta al centro il bene comune e le reali necessità delle comunità, senza compromessi con chi devasta il pianeta.
In un paese che va verso la deindustrializzazione, in cui laureatx e ricercatorxi sono costrettx a emigrare per trovare opportunità, la lotta per la giustizia climatica si intreccia con quella per il diritto a restare. Difendere il proprio territorio dallo sfruttamento ambientale non è solo una necessità ecologica, ma anche un’opportunità per costruire un’alternativa economica e sociale che permetta di rimanere. La vicenda della GKN lo dimostra chiaramente: senza una riconversione ecologica e sociale dell’industria, il futuro sarà segnato da precarietà e delocalizzazioni, mentre il tessuto produttivo continuerà a sgretolarsi sotto il peso di logiche di profitto miope.
Partecipare al Climate Pride per noi significa gridare che la scienza non è neutrale: ogni scelta accademica, ogni finanziamento alla ricerca, ogni percorso formativo è un atto politico. Vogliamo un’università che si schieri senza ambiguità contro la crisi climatica e contro chi ne trae profitto.
Lottiamo per un’università che rompa con la logica del mercato, che non accetti fondi da chi investe in fossili e guerre, che rifiuti la retorica della crescita infinita. La giustizia climatica si costruisce anche nelle aule, nei laboratori, nelle strade e nelle piazze, intrecciando saperi e pratiche di lotta. Al Climate Pride portiamo queste rivendicazioni, consapevoli che la battaglia per un’altra università e quella per un altro mondo possibile sono la stessa battaglia.