Un’altra giornata passata con l’acqua alla gola. Allerta rossa, scuole chiuse, non muovetevi di casa. Evacuate i piani terra, andate da amici o parenti. E, poi, frane, allagamenti, allarmi. Questo è il presente che si ripete con sempre maggiore frequenza. Un lockdown diffuso, che ricaccia migliaia di persone nell’ansia di perdere tutto.
Ma lorsignori vogliono tre miliardi di euro per far allargare l’autostrada che attraversa Bologna; vogliono sette miliardi di euro per allargare le principali autostrade della nostra regione. Da settimane battono il chiodo: il Ministero sblocchi l’opera, l’allargamento del Passante è una scelta strategica. Per chi, è strategica quest’opera? Per chi vive lungo torrenti e canali tombati? Per chi vede l’acqua salire nelle proprie abitazioni? Chi ci guadagna, nel presente che viviamo, a destinare lì, e non altrove, quei miliardi di euro?
Intanto gli Appennini scendono letteralmente a valle, le pianure si allagano, le nostre vite sono sospese. Sette miliardi di euro: caro governo, ci sono queste risorse? Sono disponibili? Allora, c’è un solo capitolo sul quale investirle, ogni singolo centesimo: cura del territorio, spazio ai fiumi, infrastrutture ecologiche per costruire un futuro collettivo nella crisi climatica. E’ questo quel c’è da dire, oggi. Perché chi in queste settimane ha ripetuto sui quotidiani locali che allargare il Passante è la cosa più importante del mondo, ancora non ha risposto a una semplice domanda: che ce ne facciamo di un’autostrada californiana, se le nostre case finiscono sott’acqua?
Pierluigi Randi, meteorologo e climatologo, Presidente dell’Associazione Meteo Professionisti Italiani (AMPRO), ieri ci ha ricordato su Facebook che «c’è un prima maggio 2023 e un dopo maggio 2023; da allora nulla sarà più come prima (corsi d’acqua più vulnerabili; Appennino letteralmente “frantumato”) per un bel po’ di anni». Parole che meritano di essere tenute in considerazione. E alle quali possiamo aggiungere che c’è un prima: un progetto di cementificazione del territorio per l’allargamento dell’autostrada e della tangenziale la cui Valutazione d’Impatto Ambientale è stata elaborata nel 2018 ed è scaduta nel 2023; e c’è un dopo: un territorio radicalmente cambiato, incredibilmente debole perché troppo cementificato, che affronta eventi meteorologici più severi con una frequenza sempre più ravvicinata. È a partire da queste considerazioni che si decide cosa è strategico per Bologna e l’Emilia Romagna: o c’è qualche altra considerazione, qualche interesse, che ancora ci sfugge?