Nelle settimane che hanno seguito l’approvazione natalizia del progetto di allargamento del Passante di Bologna da parte del consiglio comunale, abbiamo sentito diverse giustificazioni da coloro che hanno espresso con il proprio voto parere favorevole.
Ci hanno detto che le compensazioni e le mitigazioni ottenute per la ‘fase due’ avrebbero segnato una svolta ecologica per la mobilità su gomma. Ma voci autorevoli, come quelle di Vincenzo Balzani e Luca Mercalli, hanno smontato queste affermazioni, ricordandoci che le emissioni non vanno compensate, ma evitate. Ci hanno raccontato che proprio grazie all’approvazione del Passante, Bologna avrebbe finalmente avuto il completamento del Sistema Ferroviario Metropolitano, il rafforzamento del trasporto pubblico e l’espansione della mobilità dolce; come se per investire sulla transizione ecologica fosse indispensabile, prima, cementificare. Tra le altre cose, hanno rivendicato di aver costretto Società Autostrade a pagare, con i propri utili, la realizzazione dell’allargamento dell’infrastruttura e, soprattutto, le opere che la renderebbero, secondo il primo cittadino e la sua maggioranza, ‘simbolo della transizione energetica’ dell’intero Paese.
Eppure, anche quest’ultima era una bugia. A dirlo è un assessore regionale del Partito Democratico, Andrea Corsini, in ‘missione speciale’ a Bruxelles per elemosinare finanziamenti pubblici per l’allargamento del Passante di Mezzo. “Stiamo verificando- ha raccontato l’assessore regionale ai trasporti a Il Resto del Carlino – se già il Passante possa per così dire partecipare alla prossima call” della Direzione generale Trasporti del Parlamento europeo. “Se tutto questo accadesse, le risorse potrebbero essere impiegate per accelerare la messa a terra della cosiddetta ‘fase due’”.
Non è vero, quindi, che Società Autostrade si farà carico delle compensazioni legate all’allargamento del Passante. A pagare, infatti, saremo ancora una volta noi, con risorse pubbliche che invece dovrebbero essere destinate a rendere possibile la transizione ecologica e permettere all’Europa di raggiungere il più rapidamente possibile gli obiettivi del di de-carbonizzazione e abbattimento delle emissioni di Co2.
Ma – secondo l’articolo nel quale il quotidiano bolognese riporta le parole di Corsini – il finanziamento di cui la Regione è a caccia non servirebbe nemmeno alle cosiddette compensazioni: “le risorse europee – si legge – potrebbero ‘aiutare’ Aspi a sostenere la spesa, oggi il Passante costa almeno 1 miliardo e mezzo di euro”. Insomma, Società Autostrade non pagherà le compensazioni e le mitigazioni sbandierate dal Comune di Bologna, e se tutto va bene non finanzierà nemmeno buona parte dei costi dell’allargamento, per i quali si stanno cercando fondi pubblici.
Nelle ‘linee guida di mandato’ della Giunta comunale bolognese, il Passante è citato come il futuro ‘laboratorio della mobilità sostenibile’ della nostra città. Ma gli slogan non bastano a nascondere la realtà: il Passante non sarà sostenibile, non risolverà il problema del traffico, non sarà mai compatibile con la transizione ecologica, e non sarà nemmeno pagato da chi si arricchisce cementificando il territorio. Società Autostrade ringrazia: ai bolognesi restano i costi e i ‘danni collaterali’.