Il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato la delibera urbanistica per l’allargamento del Passante di Mezzo. Se il progetto sarà realizzato, si tratta dell’eredità più pesante che lascerà questa amministrazione comunale al termine del proprio mandato.
Durante la campagna elettorale, tante/i candidate/i dell’attuale maggioranza avevano fatto a gara a definirsi ecologiste/i. Ma non basta raggiungere in bici Palazzo d’Accursio per il primo consiglio comunale per rivendicare attenzione al territorio e al futuro delle prossime generazioni. La rivoluzione ambientale non si fa con le mitigazioni, ma con atti radicali capaci di cambiare drasticamente rotta: fermare un’opera pensata vent’anni fa per dare a Bologna l’opportunità di cambiare strada non è un atto rivoluzionario, è semplicemente il primo passo per costruire la transizione climatica. Questo passo il Comune di Bologna non lo ha fatto, e per questo ha preso un’altra strada: quella che guarda all’economia prima che alla salute, ai profitti a breve termine prima che alle prossime generazioni.
Chi ha votato a favore di questa delibera – e chiunque voglia ancora investire su strade e autostrade nel pieno dell’emergenza climatica, come ha fatto recentemente la Regione – se ne assume la piena responsabilità: hanno votato per il cemento e l’asfalto, per il trasporto su gomma, per l’aumento delle emissioni climalteranti. Questa è una scelta politica, e non c’è modo di mitigarla e compensarla.
Un’ingiustizia, in ogni caso, non diventa giusta attraverso un voto: per questo continueremo a essere al fianco dei Comitati che da decenni, con coerenza, si battono contro questa grande opera inutile che mette a rischio la salute dei residenti e degli automobilisti e incentiva un modo di far muovere persone e merci incompatibile con il futuro dell’umanità su questo pianeta.