Era febbraio 2022 quando decine di associazioni firmavano una lettera indirizzata a Matteo Lepore – sindaco di Bologna – e Stefano Bonaccini – presidente della Regione – e a tutte/i le/i componenti del consiglio comunale e regionale per chiedere una Valutazione di Impatto Sanitario sull’allargamento del Passante di Mezzo. Sono passati due anni, quando per fare lo studio di valutazione degli impatti dell’infrastruttura sulla salute dei bolognesi sarebbero bastati pochi mesi. In altre parole, oggi avremmo già i risultati; invece, dalle sale istituzionali è arrivato soltanto un assordante silenzio.
La stessa richiesta è stata reiterata lo scorso autunno dall’Assemblea cittadina sul clima, convocata dall’amministrazione comunale per ottenere indicazioni per aggiornare i propri piani. Anche in questo caso, silenzio di tomba.
Eppure, in queste settimane abbiamo spesso sentito parlare della tutela della sicurezza e della salute dei bolognesi, che verrebbero prima di ogni altra cosa. E’ per questo che è stata voluta Bologna30, misura utile di riduzione dei limiti di velocità che ha spinto Bologna sui palcoscenici politici nazionali. Se sicurezza e salute sono la priorità, perché questi importanti obiettivi finiscono nel dimenticatoio quando si parla di grandi infrastrutture? A Palazzo d’Accursio, dove questi temi caratterizzano il mandato dell’attuale maggioranza, nessuna/o ha qualcosa da dire al riguardo? Perché sindaco e presidente della regione si rifiutano di rispondere?
Nel frattempo, alcuni mesi fa Società Autostrade ha ottenuto – anche qui, nel silenzio delle istituzioni locali – la proroga della Valutazione di Impatto Ambientale, che aveva fatto nel 2018 in un contesto sociale, politico, e ambientale completamente differente: il Comune di Bologna, per esempio, non aveva ancora dichiarato l’emergenza climatica e deciso di candidarsi a essere una delle cento città europee a trasformare ecologicamente il proprio territorio entro il 2030. Quella valutazione è scaduta nel 2023, e in questo caso nessuna/o ha ritenuto opportuno chiedere un suo aggiornamento, che possa magari considerare le conseguenze di un clima che ha mostrato cambiamenti profondi e la persistenza di una cappa di smog che fa della Pianura Padana una delle aree più inquinate d’Europa, con pesanti impatti sulle malattie respiratorie.
Bologna progetta un gemello digitale, ma non sa nulla sulle conseguenze delle grandi infrastrutture sulla salute della propria popolazione. Non si tratta di un’impossibilità, ma di una scelta politica: conoscere gli impatti sanitari dovrebbe essere la premessa per programmare l’urbanizzazione; una misura di prevenzione, come quella adottata con i limiti di velocità che, attraverso il loro abbassamento, dovrebbero produrre la diminuzione del numero di incidenti stradali mortali. Sull’allargamento del Passante di Mezzo, invece, salute e prevenzione passano in secondo piano; c’è da realizzare l’opera simbolo della transizione energetica: l’allargamento di un’autostrada e di una tangenziale.
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