Oggi, sull’edizione bolognese del Il Resto del Carlino, Davide Tabarelli (Presidente di Nomisma Energia) torna a chiedere lo sfruttamento delle riserve di gas presenti nel sottosuolo del mare Adriatico. “Gli italiani – afferma nell’intervista – hanno a che fare con una bolletta energetica più cara mentre potremmo usufruire dei nostri giacimenti. E risparmiare”.
Dei costi delle bollette ne aveva già parlato, in maniera imbarazzante, il ‘Ministro per la Transizione’ Roberto Cingolani. Come lui, anche Tabarelli se la prende “con certa filosofia ambientalista imperante di questi tempi”, aggiungendo che “chiudere i pozzi è sbagliato: intanto bisogna utilizzare di più il gas poi si vedrà”.
Ed è proprio quel ‘poi si vedrà’ che nasconde una verità che Tabarelli – che, tra le altre cose, è stato membro dell’Advisory Board di ENI – non dice: ovvero che, certo, noi potremmo pagare delle bollette più basse estraendo gas dai giacimenti presenti sotto il mare Adriatico e continuare a consumare come abbiamo sempre fatto, ma quel risparmio non è altro che un conto salato scaricato sulle spalle delle prossime generazioni.
Evidentemente il Professore Taramelli non legge i report scientifici internazionali, e nemmeno i quotidiani nazionali. Dove, durante i giorni che hanno anticipato la COP26, si è ampiamente parlato della necessità di lasciare petrolio e metano laddove stanno, ovvero nel sottosuolo. “Circa il 60% delle riserve di petrolio e gas naturale dovrebbero rimanere sottoterra, nelle miniere e nei pozzi”, ricorda La Repubblica in un articolo in cui riporta le conclusioni di uno studio dell’Institute for Sustainable Resources della University College London (UCL).
Eppure, in Italia, c’è più di qualcuno che continua a parlare di trivelle e fonti fossili, invece di cercare misure urgenti per affrontare l’emergenza climatica, abbassando i consumi e sviluppando le rinnovabili, e la povertà energetica, che non ha a che fare con il costo dell’energia ma con la capacità collettiva di non lasciare nessuno indietro.
La domanda, sorge spontanea: a chi giova?